Si è arrivati oggi a dover ascoltare
cose che non possono essere oggetto di discussione. Esistono e devono esistere,
per rispetto della dignità, argomenti su cui non c’è spazio per l’opinionismo.
Di una di queste cose siamo stati testimoni oggi noi lavoratori della STS e
soci del Comitato Co.Ra.La.S.
Ieri è stato finalmente
ratificato presso la Prefettura di Roma l’accordo tra Sigle Sindacali,
Dirigenza Aziendale e Amministrazione Comunale per la riduzione del costo del personale
della STS, posto come condizione per il pareggio del bilancio 2019, il cui
mancato raggiungimento avrebbe comportato ex lege la liquidazione dell’Azienda.
I dipendenti hanno dovuto lottare
addirittura affinchè questa misura, volta a tagliare parte del loro salario e
della tredicesima, fosse adottata attraverso le formule di garanzia previste
dal diritto sindacale. La soluzione prospettata dall’Azienda, infatti, era
quella di far firmare ai dipendenti dei contratti part time, prospettando in
alternativa il licenziamento.
Ciò che rende paradossale la
questione è che i dipendenti hanno dovuto accettare l’ennesima riduzione del loro
salario ben consapevoli che, se questo sacrificio era indispensabile a scongiurare
la liquidazione della loro azienda sul fronte del bilancio in pareggio, non poteva in alcun modo impedire i provvedimenti di indirizzo politico già adottati con
la Deliberazione di Giunta Comunale n. 185 del 04/11/2019. Questo atto ha previsto l’esternalizzazione
della maggioranza dei servizi affidati alla STS e ha prospettato la possibilità
della messa in liquidazione dell’azienda, “laddove in corso di
predisposizione del piano di riequilibrio, dovesse rendersi necessario, di
operare ulteriore razionalizzazione della spesa”. Il piano di riequilibrio
verrà presentato e votato in Consiglio Comunale il 18 Novembre ed è evidente
che esso, già pronto, conterrà le motivazioni per procedere alla liquidazione
della STS.
Oggi i dipendenti della STS e
soci del Comitato Co.Ra.La.S. hanno assistito allo svolgimento del Consiglio
Comunale, dove si discuteva un’interrogazione ed una mozione relativa alle
vicende della disapplicazione del piano di risanamento attualmente in corso.
Tale vicenda è stata innescata dalla nota del Direttore Generale Nicolò Critti del
27 Settembre, con cui, dichiarando concluso l’accordo sul ricorso ad un
ammortizzatore sociale (F.I.S.), ripristinava orario e salario pieno dei
dipendenti. A tale comunicazione conseguiva una nota interlocutoria di 54 dipendenti,
ancora senza risposta, con cui si ricordava che il piano di risanamento in
corso di validità prevedeva la riduzione del 10% del costo del personale per
tutto il 2019 e 2020. Il C.d.A della STS, senza prima cercare un accordo con i
Sindacati, il 4 Ottobre, deliberava di applicare la riduzione del 20% della
paga e delle ore di impiego del personale dal 20/10/2019 al 31/12/2019 e del
10% dal 01/01/2020 al 31/07/2020 attraverso la sottoscrizione, da parte dei
lavoratori, di contratti part time. Ne conseguiva l’intervento dei Sindacati che
attivavano le procedure per la conclusione di accordi in rispetto delle norme
giuslavoriste di fronte al Prefetto.
Durante il Consiglio Comunale del
12 Novembre i Consiglieri di opposizioni hanno manifestato tutte le loro
perplessità di fronte a quello che ormai appare palesemente a tutti come un
attacco alla società di servizi del Comune di Frascati, dovendosi trovare a
discutere anche l’ipocrita tentativo della maggioranza di presentare un ordine
del giorno volto a prospettare soluzioni per la garanzia del reimpiego dei
dipendenti della STS.
Tale ordine del giorno, che
interveniva oggi, a distanza di cinque giorni dall’approvazione del piano di
riequilibrio del Comune, dopo mesi di totale silenzio sulle possibili garanzie
di reimpiego dei 100 dipendenti della STS a seguito delle esternalizzazioni dei
servizi, indicava tre possibili soluzioni, quali la costituzione di una nuova
multiservizi tra più Comuni, l’affidamento ad un altro soggetto pubblico, l’inserimento
negli atti di gara della clausola sociale. Tali soluzioni apparivano
extemporanee e assolutamente inefficaci, visto che, secondo recenti pareri e
linee guida, la clausola sociale non può essere considerata vincolante per
l’aggiudicazione delle gare. Tale proposta della maggioranza si configurava
come un tentativo estremo di difesa dall’accusa di non avere considerato nelle
proprie linee politiche la garanzia dei lavoratori della STS e l’ennesima
mancanza di rispetto verso chi da tanti anni presta il proprio servizio per i
cittadini di Frascati.
Ciò che oggi a più voci veniva
richiesto a questa maggioranza, ammutolita di fronte ai soci del Comitato
presentatisi in massa in Consiglio Comunale e di fronte ai discorsi di
un’opposizione che li accusava di non avere, oggi come nel passato, rese
trasparenti le intenzioni relative alla sorte della STS, era la SINCERITA’. La
sincerità di raccontare il contenuto di quel piano di riequilibrio che
certamente è già pronto e conosciuto e che senza ombra di dubbio decreta la
messa in liquidazione dell’Azienda. Si chiedeva ai Consiglieri di maggioranza
di avere la CORRETTEZZA, perlomeno, di ammettere che si era già deciso per la
messa in liquidazione e con quali motivazioni. Nessuno è intervenuto.
Nell’assordante silenzio della maggioranza si sono avvicendati tutti gli
interventi dei Consiglieri di opposizione previsti da regolamento. Questo ha
impedito lo svolgimento di un contraddittorio tra le parti, così come è stato
sempre impedito in questi ultimi anni la trattazione della questione della STS
in un contesto democratico, essendo state negate le commissioni di inchiesta, i
tavoli di confronto, la trasmissione di atti e bilanci, essendo addirittura
stata negata la pubblicazione della relazione della KPMG sulle criticità
gestionali dalla STS, nonostante tale
relazione fosse stata pagata con le risorse della STS e nonostante sulla sua
pubblicazione fosse stata approvata all’unanimità una mozione in un Consiglio
Comunale.
Il Sindaco Mastrosanti ha
aspettato mentre, impegnato nella scrittura, evitava di incrociare lo sguardo dei
presenti, l’ultimo intervento previsto dal regolamento, per poter iniziare il suo monologo che, con
rammarico, i soci del Comitato non hanno potuto ascoltare, perché i lavoratori
e soci del Comitato Co.Ra.La.S. hanno sentito la necessità di abbandonare l’aula
non appena il Sindaco ha iniziato a parlare accusando di ipocrisia e di
strumentalizzazione di un problema sociale i Consiglieri di opposizione,
dichiarando che in quello che era stato detto in aula ravvedeva un tentativo
semplicista di opporre le forze del bene a quelle del male e riconducendo la
presenza per più di tre ore dei lavoratori in quell’aula ad un semplice impulso
emotivo, dettato dalla preoccupazione per le loro sorti. Quando ha preso piede
il discorso sulla storia e sulle colpe di chi c’era prima il Comitato ha deciso
di non poter più tollerare oltre.
Esiste un limite oltre il quale comportamenti,
anche se provenienti da soggetti politici, non possono essere tollerati. Esiste
un limite oltre il quale nessuno può essere oltraggiato dall’ipocrisia di
discorsi che vogliono far passare per discutibile la demarcazione tra il bene
ed il male. Non tutto può essere
oggetto di opinione e linea politica. Esistono principi che devono essere condivisi
da tutti. Si può anche discutere e accettare che per il bene di 20.000 cittadini
sia necessario sacrificare 100 dipendenti di un’azienda definita “un cancro”, purché
vengano fornite finalmente argomentazioni, numeri e dati concreti, purché si
dimostri di avere percorso tutte le strade per evitare tali drammatici
provvedimenti.
Quello che invece non può essere
ridotto nell’ambito del “come la si pensa” sono la sincerità, la
correttezza, la lealtà, la trasparenza, l’onestà, che oggi sono state invocate
a più riprese ed invano da parte dell’opposizione e dei cittadini e lavoratori presenti
nell’aula del Consiglio Comunale.
Oggi si chiedeva alla maggioranza
che sta governando la Città di Frascati di ammettere che un piano per la messa
in liquidazione della STS già esiste e di rendere noti i calcoli che hanno
condotto a tale dolorosa decisione. Si è dovuto assistere invece all’ennesimo
tentativo di salvare la faccia con una proposta inattuabile per la garanzia dei
lavoratori, evidentemente elaborata all’ultima ora e all’ennesimo discorso
vuoto sulla colpa di chi c’era prima e sulla possibilità, addirittura, di
mettere in discussione che esiste un bene ed esiste un male. Il bene ed il male sono concetti comuni a
tutti, altrimenti non esisterebbe una società e un ordinamento giuridico.
I lavoratori del Comitato Co.Ra.La.s. vogliono
difendere quei principi da questo attacco e per questo sono disposti a lottare
uniti.
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