Domani mattina si terrà l’assemblea
dei lavoratori, che avrà lo scopo di dare mandato alle Sigle Sindacali di
ratificare il tanto agognato accordo sulla riduzione del costo del personale di
fronte al Prefetto.
Nel frattempo, la mente viaggia,
ripercorre tutti i discorsi fatti e sentiti in questi giorni e ci si rende
conto che, forse, ancora non si è parlato delle cose più importanti.
I lavoratori della STS sono
concordi nell’accettare, come lo scorso anno, il sacrificio economico sugli
ultimi tre stipendi dell’anno e sulla tredicesima, allo scopo di scongiurare la
liquidazione dell’Azienda, ma sentono di avere ingoiato un boccone molto amaro.
Le ragioni del malcontento sono state ampliamente trattate in questo blog e in
molti articoli finalmente pubblicati in questi ultimi giorni sulla faccenda
STS: gestione irrazionale dell’azienda, dei suoi conti, volontà
autodistruttiva, intento di investire all’esterno le risorse economiche,
anziché sul personale e sui mezzi funzionali ai servizi ecc... Non si è ancor parlato
però della ragione che più ha spinto gli animi di sessanta lavoratori ad unirsi
in un Comitato e a lottare uniti per la difesa della propria azienda: IL
RISPETTO.
I lavoratori della STS vengono
continuamente tacciati da questa Amministrazione e da tutto il sistema che li circonda
di essere "una massa di raccomandati e di nullafacenti".
La macchina del fango azionata da questi
signori è stata palese fino dal loro insediamento ed emerge in tutta la sua
prepotenza in queste settimane di dura contrapposizione. Queste argomentazioni,
che farebbero sorridere qualsiasi saggio professionista del settore, sono stata
l’arma che, coloro che hanno avuto come unico intento quello di
affossare una società di servizi, invece che amministrarla, hanno usato contro
i dipendenti, invece che attaccare altre fazioni politiche per avere fatto
della STS il proprio centro di potere. Tutto ciò mette in evidenza, ancora una
volta, la scarsa capacità di amministrare e la povertà d’animo di chi sta gestendo
la nostra Città.
I lavoratori della STS si sono
uniti sotto uno stemma e un obiettivo comune per riprendersi ciò che, sopra
ogni cosa, gli è stato ingiustamente sottratto: IL RISPETTO E LA DIGNITA’. Perché
si può vivere con meno soldi in tasca, ma non vergognandosi del proprio ruolo
nella società.
I lavoratori della STS sono 100
persone, con profili professionali, titolo di studio, stili di vita
assolutamente diversi, perché la STS è una multiservizi e, di conseguenza,
impiega il personale nelle più svariate attività, dalla manutenzione delle
fontane all’alienazione dei terreni civici, eppure tutti si sentono fortemente
offesi da questo attacco alla persona
che li investe quotidianamente.
Nello stesso tempo, nell’unirsi e
confrontarsi, i lavoratori hanno compreso come ognuno di loro tiene a questa
azienda come alla propria casa, avendo per essa messo a disposizione, ognuno
nei limiti dei propri mezzi, le proprie energie. Il personale della STS ha
sempre operato per risolvere tutte le problematiche del Comune, dalla raccolta
differenziata al Giro d’Italia, dall’orario notturno dei parcheggi
all’assistenza degli alunni dello scuolabus, se pure in regime di riduzione
oraria, eppure è stato ridicolizzato, impoverito, reso inefficiente per
assenza di mezzi indispensabili ai servizi e per assenza di una direzione e di
una missione che qualcuno non gli ha voluto dare.
Oggi i lavoratori si sentono accusati
e inquisiti dagli stessi personaggi che hanno portato nell’Azienda e nel Comune
affari poco trasparenti, conflitti di interessi, professionisti addirittura
giudicati colpevoli nell’esercizio delle stesse funzioni per cui hanno operato
nella STS.
Si sta cercando addirittura di
dimostrare, attraverso una relazione giuslavorista, pagata con il denaro della
STS, che i contratti di tutti i dipendenti sono illegittimi, a causa del
passaggio degli stessi dalla STS S.r.l. all’Azienda Speciale, se pur
sottoscritti sotto la garanzia dei Sindacati e al cospetto di un Consiglio di
Amministrazione che chiedeva ai lavoratori la piena fiducia.
L’affronto alle persone,
l’attacco a chi dipende da un contratto di lavoro e da uno stipendio, come
la maggior parte degli Italiani in tempi non certo facili, è ciò che più ha
spinto il personale ad unirsi e a disporsi a lottare per un unico
obiettivo. La resistenza è nata
principalmente contro i metodi che questa forza politica e dirigenziale ha
messo in atto, metodi basati sulla minaccia, sul ricatto e l’intimidazione,
perché per alcuni di noi perdere questo posto di lavoro significa non poter più
sopravvivere. Hanno avuto gioco facile, quindi, certi personaggi a mettere in
atto una guerra tra poveri, a fare scontrare colleghi e amici tra loro, a farli
dubitare l’uno dell’altro, chiedendo a questo o a quello di leggere un
messaggio in chat, di prestare il proprio servizio fuori dall’orario di lavoro,
in regime di riduzione oraria e di paga, per sacrificarli come traditori, sotto
la strategia del “dividi et impera” nota già dall’antichità.
Se oggi sessanta lavoratori della STS si sono uniti in un Comitato che li
rappresenta, gli consente di parlare e protestare, è segno che certi metodi e
certi sistemi di gestione del potere possono essere sconfitti. Esiste una
soluzione, è semplice, eppure è tanto difficile da attuare: L’UNITA’. Se
insieme si denuncia, ci si sottrae dall’obbedienza, dalla sottomissione e dalla
paura si può vincere questa e altre numerose battaglie.
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