Si svolgono in questi giorni
Commissioni in Comune per fare chiarezza sulle circa 40.000 euro all’anno spese
in STS per consulenze che riportano come oggetto “tutoring e formazione in
materia di bilancio, contabilità e revisione di piani di risanamento”.
I Consiglieri di maggioranza e
minoranza si sforzano di capire in cosa consistano questi corsi. Il dibattito
si accende perché in Azienda non sono stati rinvenuti i libri firma dei
dipendenti.
Si interpellano i Direttori e, a
sentire loro, non si usa più fare formazione nelle aule con libro firma di
partecipazione, perché oggi la formazione si fa “on the job”, ossia mentre si
lavora, con personale esperto proveniente da ditte esterne che va in
affiancamento ai dipendenti. Il tutto provato dal fatto che del personale
esterno si aggirava in azienda e che l’intervento sui bilanci è stato
fondamentale anche per portare i risultati in pareggio.
Quindi titubanza generale, qualche
domanda, qualche affermazione volta a mettere in discussione, ma niente di
concreto…eppure otto dipendenti della STS erano presenti in quella stanza, se
pur a mo’ di tappezzeria, in piedi, in disparte, invitati via Facebook, ma non
potevano intervenire. Era contrario alle norme dei nostri regolamenti, forse, che
un dipendente della STS potesse parlare in quella sede in risposta ad un
Consigliere Comunale eletto democraticamente e quindi rappresentante dei
cittadini o a un Dirigente chiamato come il tecnico esperto a fornire alla
parte politica gli elementi necessari per farsi un’opinione. A nessuno è venuto
in mente che i dipendenti a cui quella formazione, on the job o non on the job,
era destinata avrebbe potuto fornire per lo meno l’altra versione dei fatti? Se
qualcuno volesse discutere se il trattamento ottenuto in un ristorante è o meno
coerente con il conto pagato non andrebbe a chiederlo oltre che al ristoratore
anche ai clienti?
I dipendenti del Comitato Co.Ra.La.S. oggi hanno chiesto ufficialmente via PEC ai Consiglieri Comunali della
Commissione, che si riunirà di nuovo domani, di individuare i dipendenti che
avrebbero fruito di tali corsi, di invitarli in Commissione e stavolta di
ascoltare anche la loro versione. Questa sarebbe democrazia, oltre che
semplificazione delle cose!
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